Come saranno quest’anno i bambini che entrano alla scuola Primaria?
Quali competenze hanno già acquisito alla scuola dell’Infanzia?
Come possiamo predisporre strumenti ed attività per accoglierli alla Primaria facendoli sentire a loro agio e motivandoli alle nuove esperienze?
Cosa progettare per sostenere, da subito, le eventuali situazioni di fragilità ?
Nell’ambito del progetto Continuità gli insegnanti della scuola Sacra Famiglia (insegnanti della scuola dell’Infanzia e delle future classi prime della Primaria) si sono incontrati per progettare l’arrivo dei nuovi “primini”. È sicuramente importante lo scambio di informazioni sugli alunni ma ancora più utile è il confronto tra gli sguardi utilizzati dai docenti dei due ordini di scuola per osservare ciascun alunno nell’utilizzo delle competenze acquisite. Se gli sguardi si avvicinano è possibile osservare in sintonia e riconoscere le stesse manifestazioni del comportamento.
I precursori degli apprendimenti. Che cosa serve ai bambini per affacciarsi alla soglia della scuola primaria? Quali abilità e competenze costituiscono i precursori dell’alfabetizzazione primaria?
Non si tratta di accertare, attraverso schede che mettono pesantemente alla prova i bambini nelle prime settimane di scuola, se possiedono i “prerequisiti” (= conoscenze o abilità ritenute necessarie) per accedere alla scuola primaria ma di individuare quali sono i “precursori” (= i segnali dei processi di apprendimento già in atto) che ogni bambino è in grado di attivare e che ha già conquistato attraverso le proprie esplorazioni del mondo.
Come ci insegna Vygotskij (1978) il processo di acquisizione dei concetti procede in ogni bambino secondo fasi e modalità diverse strettamente legate al contesto sociale in cui agisce. Ed è in questo contesto che ogni bambino, quando arriva in prima, ha già sviluppato un proprio personale percorso di concettualizzazione fatto di competenze e di idee che lo collocano più o meno vicino ai processi di alfabetizzazione formale.
Allora si tratta di vedere non tanto se il bambino è “pronto” per entrare alla scuola primaria quanto se è attivo e in movimento il suo percorso di avvicinamento e di conquista dei concetti che favoriranno l’accesso ai saperi formali.
Le domande degli insegnanti allora non saranno più rivolte a capire quanto il bambino sia “maturo” per entrare in prima (tutti i bambini sono “maturi” per continuare a imparare a partire da ciò che già hanno imparato) ma cercheranno di indagare le regolarità e le costanti utilizzate dai bambini per concettualizzare:
Il Portfolio. Ecco allora che emerge, come suggerisce Lerida Cisotto (2011), la necessità di costruire uno strumento che metta i docenti nella condizione di conoscere i bambini attraverso l’indagine sui processi di apprendimento già in evoluzione.
Con un occhio al Portfolio della Cisotto e un altro all’epistemologia delle diverse discipline gli insegnanti della Sacra Famiglia hanno definito le aree di indagine che sono rappresentate nello schema seguente:
AREE DI INDAGINE |
ASPETTI CRUCIALI OSSERVATI |
· Rappresentazione di sé
|
· schema corporeo · accuratezza esecutiva · nome |
· Pensiero logico
|
· classificazione · uso dei quantificatori · rapporto causa-effetto |
· Letto-scrittura
|
· competenze metafonologiche · analisi sillabica · riconoscimento di simboli |
· Organizzazione spazio-temporale |
· organizzazione sul foglio · sequenze |
· Concetti pre-quantitativi
|
· corrispondenza biunivoca · riconoscimento piccole quantità |
· Ritmo |
· riproduzione sequenza ritmica |
· Coordinazione fine-motoria |
· utilizzo diverso di matita e forbici |
Per ogni area sono state anche individuate le proposte di attività sugli aspetti ritenuti cruciali; alle proposte ogni bambino risponde come sa e come sa fare in un clima disteso che non vuole “metterlo alla prova“ ma, più semplicemente , vuole osservarlo mentre agisce in situazione di normale operatività .
Per ogni area l’osservazione dell’insegnante serve a rilevare le modalità che il bambino utilizza per sviluppare il compito assegnato, le sue reazioni anche emotive, l’accuratezza con cui esegue e si muove nell’uso degli strumenti, le domande che si fa, o non si fa, per trovare le soluzioni.
Le osservazioni, nelle forme e nelle modalità concordate tra i due ordini di scuola, vengono realizzate alla scuola dell’infanzia verso la fine dell’anno scolastico e assemblate in un fascicolo che va a costruire il Portfolio di ciascun bambino. Essendo notoriamente il Portfolio una raccolta strutturata delle proprie migliori pratiche, esso costituisce lo strumento che accompagna il bambino nel passaggio alla scuola primaria. Racconta quali idee il bambino ha sviluppato a proposito della lingua scritta e dei numeri, come è organizzato il suo pensiero logico e cronologico, come utilizza alcuni strumenti di lavoro e come ha interiorizzato e sa simbolizzare i concetti spaziali e temporali.
Lo scopo è quello di mettere gli insegnanti di classe prima, che sfoglieranno il Portfolio, nella condizione di comprendere quali sono i bisogni apprenditivi di ciascun bambino, a che punto è nel suo percorso di avvicinamento ai saperi, come attivare le conoscenze pregresse di ciascuno per agganciarle ai nuovi apprendimenti.
In questo modo gli insegnanti della primaria acquisiscono elementi concreti con i quali programmare i futuri percorsi di accoglienza dei “primini” tenendo conto di come effettivamente sono questi bambini in arrivo nella propria classe, senza dare per scontato che tutti sono in grado di partire da uno stesso punto.
Succede spesso infatti che, anche dopo aver fatto l’analisi di tutte le abilità prerequisite (comprese anche quelle che non costituiscono affatto abilità necessarie per l’alfabetizzazione formale) l’insegnante parta (seguendo troppo spesso il libro di testo) con una proposta uguale per tutti che, quasi sempre, prende il via con la presentazione delle vocali o delle consonanti intese come grafemi corrispondenti a dei fonemi.
Così il bambino, che ancora non ha avuto accesso al simbolo, si troverà smarrito sin dall’inizio non avendo gli appigli cognitivi cui aggrapparsi mentre il compagno, che già è in grado di gestire l’analisi e la sintesi fonematica, finirà per annoiarsi a esercitarsi su ciò che ha già conquistato da sé maturando l’idea che la scuola sia per lui poco motivante.
Certamente l’insegnante della classe prima che avrà anticipatamente sfogliato il Portfolio sarà in grado immediatamente di individuare i bambini che presentano le fragilità per le quali è necessario predisporre in anticipo un percorso personalizzato. Per questi bambini anzi potrà riproporre le attività previste nel Portfolio per accertare, a distanza di alcuni mesi (i cambiamenti dei bambini nei mesi da maggio a settembre sono spesso molto significativi), se le fragilità emerse alla scuola dell’infanzia sono state superate o se permangono richiedendo indagini più approfondite.
Continuità servizievole. Spesso la continuità viene intesa semplicemente come lo scambio tra gli alunni dei diversi ordini di scuola allo scopo di familiarizzare con la diversità degli ambienti, delle persone e delle possibili attività future. In realtà la giusta importanza di queste pratiche serve solo a tenere viva, durante l’estate, l’immagine di scuola che il bambino andrà a frequentare a settembre; sarà questa immagine, che si presume positiva, ad accompagnare il bambino quale rassicurazione emotiva per l’ambiente già conosciuto che lo accoglierà nel suo futuro immediato. La continuità prevista dalle Indicazioni Nazionali fa riferimento invece alla possibilità per ogni bambino di poter progredire, senza sbalzi troppo disorientanti, a partire da dove già si colloca nel proprio processo di sviluppo. Ciò al fine di continuare ad evolvere trovando sul proprio percorso gli stimoli adeguati per superare gli ostacoli e le condizioni di facilitazione cognitiva ed emotiva capace di metterlo “a mente accesa” (Lucangeli, 2020) nella possibilità di sperimentare il benessere della propria esperienza scolastica motivandosi positivamente alle nuove sfide apprenditive.
Sempre Daniela Lucangeli ci insegna che il compito di un professionista serio è quello di mettersi “al servizio” dei bambini per capire come aiutarli e prevenire eventuali difficoltà ed è con l’ottica “servizievole” che gli insegnanti della Sacra Famiglia si sono proposti di progettare la continuità come il miglior percorso possibile capace di incoraggiare lo star bene dei bambini nel nuovo contesto scolastico.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Cisotto L., 2011, “Il Portfolio per la prima alfabetizzazione” Erickson
Lucangeli D.,2020 “A mente accesa”, Mondadori
Vygotskij L.S., 1987, “Il processo cognitivo”, Bollati Boringhieri