0064. Le ‘pasque esistenziali’ di una donna e le nostre
- Ci interessa e ci riguarda la ‘Pasqua’ di Gesù perché questo suo ‘passaggio’, questo ‘passare oltre’ segna in modo unico e indelebile anche la vita di ciascuno: di ogni uomo e donna, di ogni tempo e di ogni luogo. Passiamo dal grembo di madre alla vita, passiamo -nelle diverse fasi dell’esistenza- dall’io rinchiuso in sé stesso alla scoperta e alla responsabilità dell’altro, dalla morte a un ‘oltre’; ma soprattutto passiamo attraverso la morte, dapprima quella degli altri e poi la nostra. È proprio quel pensiero, quell’esperienza, quella paura dell’ignoto che ci mette come umani in questione, e pone interrogativi ai quali ciascuno cerca di trovare risposte: e le risposte non sono elucubrazioni mentali ma stili di vita quotidiana, modo di vivere le relazioni, stile di leggere il futuro. Accade anche tra gli umani che qualcuno attraversa la ‘morte esistenziale’ e si ritrova a vivere la vita come bella e promettente una sorpresa, come un regalo da scoprire ogni giorno. Vivere il profilo pasquale dell’esistenza è proprio questo: «credere alla luce non nonostante le tenebre, ma anche in mezzo alle tenebre. Nostro compito è imparare a trarre luce dalle tenebre, ad ‘aspirare vita da dentro la morte’ (Isacco di Ninive)» [P. D’Ors, Biografia della luce. Una lettura mistica del vangelo, Vita e Pensiero, Milano 2021]. Questo significa che per vivere appieno la vita dobbiamo entrare sì nella luce, ma anche nell’oscurità. Senza entrambi i poli -luce e tenebre- non potremmo comprendere il mistero dell’origine, della risurrezione.
- Illustra bene questo ‘senso pasquale’ dell’esistenza la vicenda della nostra fondatrice, S. Paola Elisabetta Cerioli, alla quale noi ci riferiamo come madre educatrice e come cristiana. Come ciascuno passa attraverso ‘pasque esistenziali’ -a tal punto che «il momento in cui un uomo prende una decisione e si mette in cammino per farla diventare realtà è, senza dubbio, fra i più belli che la vita possa offrire» (D’Ors, p. 105)- così anche nella vita della Cerioli ci sono state almeno tre Pasque: la prima, è stata quando ha ‘scelto’ di sposare un uomo più maturo di lei unicamente come ‘volontà di Dio’ manifestatasi nel desiderio dei suoi genitori > Pasqua come affidamento a un altro, a una vita familiare, a una storia sradicata; la seconda, quando ha deciso di aprire cuore e casa alle bambine e ai bambini orfani del suo paese, come ‘soluzione’ al senso di frustrazione per la morte di suo figlio/figli e di suo marito > pasqua come apertura generosa alle bambine e ai bambine orfani, gli ultimi a cui nessuno si dedicava; e dentro a queste scelte di vita -è questa la terza pasqua- ha preso corpo piano piano il suo innamorarsi di Gesù come unico Amore della sua vita, Amore ritrovato nella vita comunitaria, nella scelta delle sue compagne come sorelle e fratelli di vita.
Che questo sia stato un percorso faticoso, creativo e generativo lo dimostrano questi frammenti di lettere: «Il Signore vi consoli in queste Santissime feste di Pasqua, con quelle consolazioni che versava nel cuore, alle sante Donne e ai Discepoli, che primi andarono al sepolcro: e dite loro una parola anche per i bisogni spirituali e temporali delle nostre Case, onde tutte gli individui abbiano lo spirito del Signore. [...] Bisogna aver pazienza, intanto salutatemele ben di cuore, e dite loro che procurino di ‘spogliarsi’, lasciar nel sepolcro i loro difetti onde essere più agili ad accompagnare le pie Donne, e vedere e sentire quello che Signore le ispirerà al cuore. Termino, dovendo quest'oggi stesso partire. La pace e la gioia spirituale vi animino, per meglio servire ed amare il Signore. Sono tutta vostra. Aff Compagna e Madre Suor Paola E. Cerioli»
«Ecco il bel giorno di risorgere noi pure spiritualmente ad una vita tutta nuova e conforme a quella del nostro Divino modello, e lasciamo nel sepolcro tutto quello che ci può mai essere d'imbarazzo e d'impedimento per correre sul cammino che a gloria e a vita conduce. Gradite i saluti delle nostre Sorelle di qui, che sempre pensano a voi, e stiamo legate coi vincoli d'uno stesso spirito, amandoci in Gesù Cristo, e scambievolmente animandoci al ben operare, per poter ritrovarci poi tutte unite nel soggiorno dei Santi. Saluto poi anche le mie care Figlie, e lascio a voi con l’esempio e con la voce, di guidarle sul retto sentiero, per il qual fine il Signore le raccolse, e ce le consegnò. Arrivederci presto, mie carissime. Martedì dopo le Feste, ma con pace, e con quiete, che niente dovrebbe essere capace di alterare. Che Gesù, Maria, e Giuseppe ci custodiscano ora e sempre Vostra Affa Sorella e Madre Suor Paola Elisabetta Cerioli Villa Campagna 2 Aprile 1863»
- Fare quindi «memoria» della Pasqua di Gesù -dentro le pasque esistenziali che attraversiamo nostro malgrado ma di cui possiamo assumerne o rifiutarne il significato- mi ricorda allora che io non sono soltanto ciò che la mia storia, le mie scelte, quello che ho ricevuto nel bene dagli altri o ciò che ho subito nel male, hanno fatto di me; sono anche e soprattutto ciò che Dio ha fatto e continua a fare nella mia vita. La storia della salvezza non è qualcosa da conoscere o da ricordare come qualcosa di esterno; è invece una storia presente nella mia esistenza: opera in me, mi cambia, mi trasforma, mi fa passare continuamente dalle tenebre alla luce, dall’essere vecchio al rinascere come creatura nuova, dall’angoscia alla speranza, dal dolore alla gioia. Io sono ciò che Dio ha fatto per me!
Ecco perché è importante fare Pasqua, ogni anno, per noi e per i nostri figli!