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0063. La ‘Pasqua’: verità nascosta della vita

0063. La ‘Pasqua’: verità nascosta della vita

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Spunti per leggere i racconti pasquali del vangelo di Giovanni

 

Non è facile comprendere che cosa è la Pasqua, che cosa vuol dire che Gesù è risorto. I Vangeli dicono cose strane quando parlano di Gesù risorto: i discepoli che hanno vissuto con lui non lo riconoscono, poi i loro occhi si aprono e lo riconoscono; si rende presente all’improvviso in mezzo a loro mentre sono riuniti in un luogo chiuso. Sembra che Gesù voglia nascondersi più che farsi vedere. Ma proprio sulla risurrezione di Gesù si basa tutta la nostra fede di cristiani. Come è possibile che una questione così decisiva sia avvolta da così grande mistero? Occorre leggere con attenzione i vangeli per rispondere a queste domande, per comprendere il messaggio della Pasqua.

Il Vangelo di Giovanni fa precedere e seguire il racconto della morte di Gesù da scene che ci parlano di amore. Come l’amore è la faccia nascosta e il senso profondo della vita, così è la risurrezione per la morte di Gesù.

Cinque giorni prima di morire Gesù va a cena in casa di Maria, Marta e Lazzaro (Gv 12,1-11). Durante la cena Maria unge i piedi di Gesù con un abbondante profumo di nardo, molto costoso. Quando Giuda critica quel gesto come uno “spreco” che poteva essere utilizzato per altri fini, Gesù difende Maria e mette in relazione il suo gesto con l’unzione del suo cadavere. Gesù sa che i suoi giorni giungono al termine e il gesto di Maria lo aiuta a ricordare il senso della sua morte: sarà un gesto di amore.

Quattro giorni dopo quella cena, Gesù riunisce i suoi discepoli per dare loro l’ultimo saluto (ne parlano i capitoli 13-17 del vangelo di Giovanni). Gesù comincia la serata con un gesto che ricorda quello fatto da Maria qualche giorno prima: lava i piedi ai discepoli. Forse sarà stata proprio Maria a dare a Gesù l’idea di compiere quel gesto? Gesù sente il bisogno di lasciare ai discepoli un gesto che spieghi il senso della sua morte, che è l’amore che ha per loro. Gesù ha compreso il gesto di Maria come un gesto di amore; per questo fa un gesto simile verso i suoi discepoli. E lo lascia come segno del suo testamento: lavatevi i piedi gli uni gli altri; amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.

Ora Gesù può lasciare che il suo destino di morte si compia. Lui sa perché avviene tutto ciò. I discepoli non capiscono per ora; ma è certo che un giorno capiranno l’amore, i loro occhi si apriranno. Dopo la cena si susseguono gli episodi che portano alla morte violenta di Gesù: l’arresto, il processo religioso, il processo politico, la condanna e la sua esecuzione (raccontati nei capitoli 18 e 19). Prima che il giorno di Pasqua cominci (la sera precedente, con l’apparizione della prima stella in cielo), due discepoli “nascosti” di Gesù, Giuseppe di Arimatea e Nicodemo, compiono l’ultimo gesto di pietà e amore verso Gesù: lo depongono dalla croce e ungono con profumi il corpo per poi seppellirlo in un sepolcro situato in un giardino vicino al Golgota. Come non riconoscere nei loro gesti il gesto compiuto da Maria a Betania cinque giorni prima?

Passato il giorno di festa, quando riprendeva la vita normale, una donna di quelle che avevano assistito all’esecuzione, Maria di Magdala, va al sepolcro di buon mattino. Faceva parte del gruppo di donne che avevano seguito Gesù fin dalla Galilea. Lui l’aveva guarita liberandola da sette demoni (Lc 8,1-3). Perché Maria va al sepolcro? Perché lì c’era ciò che restava della persona che aveva amato. Per Giovanni è Maria Maddalena la prima a scoprire il sepolcro aperto e vuoto, senza il corpo morto di Gesù (Gv 20,1). D’impeto va a riferire la scoperta a Pietro e al “discepolo che Gesù amava” (Gv 20,2). Essi corrono al sepolcro e lo trovano come Maria: aperto e vuoto. Il discepolo amato “vide e credette” (Gv 20,8). Capisce che Gesù è risorto, riconosce che l’amore che ha portato alla morte il maestro gli ha dato di nuovo la vita. L’amore vede più lontano, vede ciò che è nascosto agli altri sguardi.

Quando Pietro e l’altro discepolo se ne vanno, Maria rimane, in ginocchio, davanti al sepolcro. Vuole capire cosa è accaduto, non si dà pace (Gv 20,11-18). Mentre piange vede un uomo; pensando che sia il giardiniere gli chiede dove hanno portato Gesù. E quando l’uomo, che è Gesù risorto, la chiama per nome, lei lo riconosce. Forse fa un gesto per abbracciare i piedi di Gesù ma Egli la manda dai discepoli con un compito: annunciare loro che Gesù ritorna al Padre, da dove era venuto.

Dio Padre, Signore della vita, ha dato vita al Figlio Gesù. Ma questo non è notizia di giornale. Lo può scoprire solo chi ha sperimentato l’amore di Gesù. Quello con Maria non è solo il primo incontro di Gesù risorto con i suoi discepoli: è l’incontro che dice come è possibile riconoscerlo anche oggi. Gesù aveva trasformato la vita di Maria, l’aveva liberata da ciò che la teneva schiava. Per questo lei amava Gesù, le era profondamente grata. E non poteva allontanarsi dal sepolcro. Quando Gesù si avvicina, Maria non riesce a riconoscerlo. Ma quando la chiama per nome, i suoi occhi si aprono.

La vita riprende quando ci sentiamo chiamati per nome da chi amiamo. La risurrezione è la faccia nascosta della morte di Gesù; dice che la morte vissuta per amore è anticipo di una vita che non è vinta dalla morte, perché l’amore è più forte della morte.

 

(IMMAGINE: COMPIANTO, scultura Agostino Ghilardi / Elena e Gabriele TIRABOSCHI, i ragazzi / IMMAGINE, p. Antonio Consonni)

Client

p. Gianmarco Paris, Superiore generale Sacra Famiglia

Date

16 Aprile 2022

Tags

Percorsi

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