Oggi vogliamo soffermare la nostra attenzione su di un gioco che non ha tempo ed è molto prezioso per la crescita dei bambini: il gioco delle bambole.
PIÚ DI UN GIOCO! È evidente a chiunque abbia visto i bambini giocare con una bambola, sia essa di pezza, di carta, di legno, di plastica o di altro materiale, che questa è più che un semplice giocattolo. È una compagna di giochi e un’amica con cui trascorrere l’infanzia.
La bambola diventa un mezzo che il bambino ha per esprimere tutto sé stesso, anche nella sua parte più intima. Attraverso questo gioco emergono le emozioni, i sentimenti, si attenuano le paure e i bambini possono raggiungere una maggior sicurezza di sé. A volte gli adulti, osservando i bimbi giocare con le bambole possono percepire anche qualche disagio del bambino (per esempio, la gelosia per la nascita di un fratellino).
Spesso questo gioco ha una valenza sociale e di relazione, in cui ognuno riveste ruoli diversi, a partire da alcuni vissuti della vita reale. Così i bambini e le bambine rivestono il ruolo di adulto: mamma, papà, a volte anche zia, nonno, educatrice… e la bambola diventa il loro piccolo da accudire con cura e attenzione.
La bambola è anche un mezzo per “parlare” ai bambini della differenza di sesso o di etnia e per vedere rispecchiato lo schema corporeo.
La vestizione e lo spogliare sono poi un ottimo esercizio di manualità fine.
LA BAMBOLA AL NIDO. Data l'importanza del gioco con le bambole al nido ci sono angoli allestiti, materiali selezionati e quotidianamente risistemati con cura (ad esempio mettendo le bambole nel lettino o vestendole).
È emozionante per noi educatrici osservare come ogni giorno bambini e bambine, con la loro fantasia (senza la necessità di bambole con marchingegni elettronici particolari), rivestono cure amorevoli nei confronti di bambole e bambolotti, gli parlano e a volte li riprendono con toni fermi.
Maschi e femmine che costruiscono storie, che collaborano insieme assumendo i ruoli che desiderano. A volte capita che essi portino una bambola all’educatrice con una richiesta (ad esempio: mi aiuti a mettere il pannolino?) altre con un’affermazione, ad esempio: «Piange!» e allora non resta che prendere in braccio la bambola, fingere di parlarle e poi restituirla al bambino dicendogli: «Mi sa che vuole un po’ di coccole da te!»; oppure ancora, capita che portino la bambola all’educatrice dicendo «Ciao, io vado a lavorare, tu stai qui con la maestra», poi se ne vanno (fingendo di andare a lavorare) e dopo un po’ tornano chiedendo «Come è stata la mia bambina?».
Come sempre tutto ciò è possibile solo se gli adulti allestiscono spazi interessanti e curati e poi lasciano che i bimbi facciano il resto, senza pre-concetti, nel rispetto e nella libertà con cui ciascuno ha diritto di giocare ed esprimere sé stesso!