Nella giornata di mercoledì 16 marzo è stata presente nella nostra Scuola Secondaria Bilingue la supervisionatrice del British Council di Milano, la prof. Lucy Costa, continuando così una tradizione ormai consolidata nella nostra Scuola di avere un tempo in cui una figura professionale esterna venisse a monitorare la modalità di insegnamento - apprendimento della lingua inglese nell’ambito dell’educazione bilingue.
Abbiamo così pensato di intervistarla per farci raccontare quanto ha potuto rilevare.
Buongiorno Lucy e grazie di essere stata con noi in questa giornata di supervisione.
Lucy: Vi ringrazio dell’accoglienza, è sempre bello venire qui, nella vostra bellissima Scuola e vedere che cosa siete capaci di mettere in atto con competenza e creatività.
Come si è svolta l’osservazione?
Lucy: Ho osservato quattro diverse lezioni in lingua inglese: Science, English, Art, Geography. Le insegnanti mi avevano preventivamente inviato le loro progettazioni della lezione in questione, in modo che io potessi comprenderne gli obiettivi, il lavoro pregresso e le direzioni future.
Come ha visto gli studenti?
Lucy: Gli studenti si sono dimostrati coinvolti, attenti, interessati e collaborativi. Ciò grazie anche alla tipologia delle attività proposte, che hanno reso le lezioni molto interattive.
Che tipo di attività ha potuto osservare?
Lucy: La lezione di Art è stata incentrata sulla scoperta e l’osservazione della scultura greca, i ragazzi hanno prima osservato ed espresso opinioni e impressioni, per poi lavorare in gruppo per l’acquisizione del lessico e dei contenuti attraverso un gioco. Durante la lezione di Science gli alunni hanno fatto esperimenti con sostanze quali limone, aceto, caffè, detersivo e dentifricio, per comprendere le due tipologie di soluzioni- acide e basiche - verificandone il PH. Nella lezione di Geography i ragazzi hanno riflettuto attraverso un video e dei lavori di gruppo sui settori economici. La lezione di English ha portato invece gli studenti a Londra: attraverso un audio di una guida turistica della capitale del Regno Unito gli alunni divisi in gruppi hanno dovuto progettare e riprodurre oralmente una situazione simile, attraverso dialoghi tra una ipotetica guida turistica e dei turisti.
Come le sembra che stiano lavorando i docenti coinvolti?
Lucy: Ho osservato con piacere che tutti i docenti hanno accolto quanto trasmesso e condiviso durante il corso di formazione che abbiamo vissuto insieme lo scorso anno. In quel contesto avevamo insieme riflettuto su come provare a sganciarci dalla lezione ‘tradizionale’, di tipo ‘frontale’ a favore di una lezione più interattiva ed efficace. Gli studenti devono essere interpellati costantemente, devono avere spazio e tempo per rielaborare, esprimere opinioni, fare domande e collegamenti, abbandonando così l’idea che il sapere si riduca a una mera ripetizione di contenuti, con il rischio che in poco tempo questi vengano dimenticati.
Come le sembra il livello dei ragazzi?
Lucy: Sono rimasta piacevolmente colpita dal percorso che hanno svolto finora. Ricordiamoci che la vostra non è una scuola internazionale, dunque non mira a sviluppare competenze linguistiche pari a dei ‘madrelingua’ e che solo cinque anni fa questi alunni non conoscevano nulla della lingua inglese. A ciò aggiungiamo il fatto che non vivono in un contesto bilingue, al di fuori delle ore scolastiche non hanno altre occasioni in cui utilizzare la lingua, per questo motivo reputo ottima la qualità raggiunta in questo contesto. E questo vi distingue positivamente da altre scuole.
Cosa possiamo fare per implementare e migliorare?
Lucy: Insieme a ciascun insegnante abbiamo condiviso spunti e osservazioni per poter implementare il lavoro già in essere. Sicuramente la strada giusta è quella delle attività: continuate a proporre attività che obbligano gli studenti ad esprimere le proprie idee, a rielaborare, a parlare, riducete il tempo dedicato alle spiegazioni ‘monologo’ dell’insegnante in favore del ragionamento che scaturisce dai ragazzi. Anche se sembra che questa metodologia di lavoro provochi un dispendio di tempo maggiore, pensate che queste attività rimangono impresse nella mente dei ragazzi insieme ai contenuti che volete che imparino. La quantità di informazioni non deve essere l’unica preoccupazione nel vostro modo di fare didattica, ciò che deve prevalere è che i ragazzi sappiano diventare attivi cognitivamente, capaci di fare confronti, ipotesi, di dialogare anche in inglese.
Grazie Lucy per questi stimoli. Sicuramente questa metodologia richiede da parte degli insegnanti più tempo per la preparazione dei materiali e delle lezioni, ma siamo convinti che sia anche più stimolante dal punto di vista professionale. E i nostri insegnanti ce lo stanno dimostrando. Auspichiamo a un modo di fare scuola nuovo, che diventi pervasivo, per formare il bagaglio di competenze di questi nostri futuri cittadini del mondo.