sabato 07 settembre, ore 9.30
Benvenuti alla scuola primaria
Oggi non voglio rivolgermi ai genitori ma voglio parlare direttamente ai bambini; più precisamente mi rivolgo a quei bambini che sono in attesa per conoscere chi saranno le persone che li accoglieranno per accompagnarli in classe nei prossimi anni scolastici.
Per fugare ogni dubbio sulle preoccupazioni dei bambini che sono in attesa di incontrare le persone che li accompagneranno nella loro aula , voglio proprio spiegare loro come sono queste misteriose maestre e come funzionano
Leggerò quindi un albo che spiega, con le parole e i pensieri di bambino, “Come funziona la maestra”. (riduzione e adattamento da “Come funziona la maestra” di Mattiangeli S.,Carrer C.,2013)
La maestra ha una parte davanti,
che è quella che si vede di solito,
e una parte dietro
che si vede quando si gira.
Sopra la maestra c’è il soffitto della classe,
o il cielo quando è all’aperto.
Sotto la maestra c’è il pavimento, o la ghiaia, o la strada.
Intorno alla maestra ci sono i bambini,
a volte in fila, a volte in cerchio, in piedi o seduti.
Ci sono maestre lunghe o maestre corte.
Maestre larghe oppure sottili.
Una maestra piccola non è mezza maestra,
così come una molto grande non vale il doppio.
Le maestre possono avere colori molto diversi.
Possono essere scure, chiare, ricce, lisce, a pallini, a fiori,
a spirali, a scacchi e in varie fantasie.
Sulla maestra a righe si scrive.
Sulla maestra a quadretti si fanno le operazioni.
...
La maestra a volte è un maschio,
anche lui ha forme e colori diversi.
Dentro la maestra ci sono i numeri, le tabelline, i fiumi, i monti,
l’orologio, i cinque sensi, l’uomo primitivo e tante altre cose
che a poco a poco finiscono anche dentro ai bambini.
Nelle giornate buone, la maestra fa entrare nei bambini
Quello che serve senza perdere niente per strada,
né restare svuotata del più piccolo aggettivo.
Se una maestra manca, si fa una sottrazione.
Se arriva una maestra nuova, si fa un’addizione.
Tutte le maestre e i maestri del mondo andrebbero
divisi per tutti i bambini del mondo.
Quando non ci sono abbastanza maestre, allora bisogna
moltiplicarle.
...
Tra di loro parlano la lingua delle maestre,
che è come la lingua dei grandi,
ma ancora più difficile.
Con i bambini parlano scan-den-do be-ne
le sil-la-be oppure sottovoce o URLANDO.
O con una voce che cambia,
come una canzone che a sentirla
sembra di vedere un disegno.
Le maestre però si spiegano anche a gesti,
o con dei segni, o cantando.
Altre ballano e fanno ginnastica.
Alcune stanno zitte e fanno parlare i bambini.
Alcune sono sempre contente,
altre sempre arrabbiate.
Quando la maestra è arrabbiata, si ferma tutto.
Non si aggiunge più, non si riesce a dividere niente,
i fiumi non scorrono e l’uomo primitivo
resta bloccato con la lancia alzata.
Solo se torna la calma, allora tutto ricomincia
a funzionare.
Qualche volta le maestre escono dalla scuola
e si muovono con le ruote,
con gli sci, con la vela, col motore.
Ogni tanto volano.
Si possono anche incontrare mentre fanno la fila,
guardano nella borsa, aspettano l’autobus e
fanno cose uguali a quelle di tutti i grandi.
La differenza è che loro prima o poi tornano sempre in classe.
Le maestre a un certo punto diventano
maestre di qualcun altro.
Si possono rivedere dopo un po’ di tempo,
per la strada, al cinema, al mercato
e sembrano dei grandi come gli altri.
Però quando se ne incontra una, si capisce,
si sa che quella era una maestra.
Solo, è diventata un po’ più piccola.
Anche la classe, se ci si ritorna
dopo qualche tempo, si è trasformata.
È sempre la stessa classe, ma si è rimpicciolita.
I banchi, le sedie, gli scaffali, le scale,
tutto si è ritirato per far posto alle cose nuove che devono arrivare.
....
Ma quando bisogna ritrovare
Una poesia, un lago o una vecchia storia
sentita in classe, basta cercare bene
e alla fine usciranno fuori i bambini tutti insieme
come li aveva messi la maestra,
i più piccoli seduti davanti
e i più alti dietro in piedi.