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0036. Corriere della Sera - BG: tre messaggi per promuovere la nostra identità di Scuola

0036. Corriere della Sera - BG: tre messaggi per promuovere la nostra identità di Scuola

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Era da diversi anni che qualcuno ci ‘provava’: «Ci sarebbe una bella offerta sul Corriere della Sera per pubblicizzare la vostra Scuola», e tutte le volte il pensiero di un impegno di spesa molto alto e l’impegno per la ‘costruzione’ del messaggio pubblicitario ci hanno dissuaso dal prendere in seria considerazione la proposta.

Ai primi di gennaio, complice il clima entusiasta della preparazione della festa della nostra Fondatrice e una conoscenza più approfondita dei diversi aspetti della Scuola, abbiamo osato rispondere: «Va bene ci proviamo!».  Così, con la stessa ingenuità dei bambini entusiasti che inseguono l’impresa senza immaginarne i dettagli, prima ancora di aver pianificato, ci siamo trovati a predisporre le prime Pubblicità/Progresso per promuovere l’identità della nostra scuola. A esperienza conclusa, guardando le tre pubblicità in sequenza una accanto all’altra, ci siamo accorti di trovarci davanti un bel quadro che dice chi è e che cosa fa oggi la nostra Scuola Sacra Famiglia, in questo territorio, in questa chiesa.

Oggi le vogliamo rileggere insieme a tutti voi, condividendo alcune brevi riflessioni sul senso di quello che stiamo facendo.




La prima pubblicità -in cui compare un papà che porta sulle spalle il futuro nel corpo e nel sorriso di sua figlia- è una risposta a una domanda che abbiamo fatto circolare tra noi, insegnanti ed educatori: «Qual è la prima cosa che ‘senti’, l’emozione che emerge quando entri in classe con questi bambini e ragazzi, quando vivi la Scuola Sacra Famiglia; … che cosa provi nel profondo del cuore?»

«Mi illumino d’immenso!» è stata la risposta più accreditata che abbiamo usato per dare un titolo al primo quadro.

«Mi illumino d’immenso!» per il percorso educativo che guarda alla crescita con fiducia e creatività, che tiene vive le domande fondamentali, per un percorso di vita proiettato sui saperi e sulla solidarietà, per la qualità degli aspetti strutturali, ma anche per il valore assegnato alle dimensioni relazionali ed educative.

«Qui davvero si respira un’aria speciale di condivisione di un progetto, anche di relazioni umane che ti permettono di essere te stesso, nelle tue fragilità e anche nelle tue risorse» ci comunicava un insegnante un po’ di tempo fa.

«Mi illumino d’immenso!» dunque anche se non vogliamo nascondere che valgono anche per noi i problemi e le fatiche dell’emergenza educativa, che però vogliamo vivere con uno sguardo di speranza e dentro una prospettiva di fiducia.




La seconda pubblicità presenta -su uno sfondo rosso antico- una donna che abbraccia un bambino. È santa Paola Elisabetta Cerioli, la nostra fondatrice che, a seguito di una decisa trasformazione di vita per la morte dei figli e del marito, ha trovato sui corpi dei bambini orfani il volto di Gesù, pienezza dell’umano comune. Da qui, dall’accoglienza di bambine e bambini orfani, parte la sua speciale attenzione alla cura della vita quotidiana di questi ‘figli’ e alla fondazione di una scuola come riscatto della condizione sociale di orfani. E quando pensiamo alla nostra Fondatrice, alle radici della sua azione educativa e del suo stile pedagogico, ci sembra che l’espressione «quotidianità generativa» sintetizzi il suo progetto umano e spirituale.

Quotidianità… perché credeva che la vita quotidiana, quella ordinaria, fosse il luogo, l’unico della ricerca della felicità, pur in mezzo a condizioni sfavorevoli. Come aveva fatto Gesù a Nazaret.

Generativa… perché quando si vive intensamente la quotidianità si diventa generativi, cioè ‘creatori’ di una nuova umanità e di nuove relazionalità. S. Paola Elisabetta infatti ha generato figli suoi (ne ha avuti 4), ma ha dato la vita anche a tanti altri bambini che non avevano la possibilità di avere padre e madre. Ma soprattutto lei ‘ha generato’ -l’impresa più difficile: sé stessa!

«Crescere in umanità, in familiarità, in fiducia è la sintesi della sua esperienza a favore dei minori, alla promozione della loro libertà e creatività, al loro riscatto sociale, per un mondo fraterno».



La terza pubblicità, su uno sfondo arancio-frizzante, vede una mamma e una figlia che si abbracciano; l’immagine vuol definire la Scuola Sacra Famiglia nell’orizzonte del prossimo 2023, anno in cui Bergamo e Brescia saranno Capitale della Cultura. Anche noi vogliamo essere in questo connubio e ci inseriamo come Scuola che vuole costituire la «Capitale del nostro futuro». È un evento che vorremmo vivere come un’occasione per rivedere l’idea e la pratica di Scuola nella sua relazione con la Cultura e con il Territorio.

Il grande lemma ‘2023’ è il logo dell’evento che è straordinario per almeno queste ragioni: perché due città -che nel corso del tempo hanno attivato conflitti a diversi livelli si integrano oggi per costituirsi unica Capitale; perché l’evento per noi riguarda la Cultura quindi la nostra Scuola e riguarda l’Arte con il prezioso tesoro del nostro Convento del XIV secolo; perché la ‘violenza’ con cui il virus ha minacciato le nostre vite aprirà nuovi orizzonti dentro le nostre storie e dentro la nostra quotidianità scolastica. Anche per noi sarà un rinascere in un’unica Capitale.

Questi sentimenti ci hanno portato a scrivere un affettuoso e cordiale messaggio a coloro che hanno il compito di guidare la Città, la Chiesa, la Scuola per dire loro che NOI CI SIAMO, VOGLIAMO ESSERCI. Ecco il messaggio:

«Caro SINDACO Giorgio e cittadini, caro VESCOVO Francesco e fratelli e sorelle nella fede, cari Dirigenti scolastici, insegnanti e studenti, ci incamminiamo verso BERGAMO E BRESCIA - Capitale della Cultura 2023, una bella occasione per uno sguardo nuovo sulla nostra storia, la nostra terra, i nostri sogni: uno sguardo che apre al mondo. La scuola è il piccolo mondo di costruzione del futuro: noi ci vogliamo essere, insieme a voi, insieme a tutti coloro che sognano un mondo nuovo, più fraterno»

 

Ed ecco come i tre manifesti promozionali dai colori accesi sono diventati tre messaggi importanti lanciati nel mondo come messaggi da condividere per edificare, insieme ad altri partner (famiglie, altre scuole, istituzioni religiose e civili), una rete capace di raccontare chi siamo e di immaginare insieme il futuro prossimo della Scuola. Di una Scuola che sarà sicuramente nostra.

 

Client

prof. Luciana e p. Antonio

Date

19 Febbraio 2022

Tags

Lettere

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