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307. CERIOLI. Gli scritti

307. CERIOLI. Gli scritti

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Probabilmente molti di voi si aspettavano che con la morte, il nostro racconto della vita di Costanza Cerioli fosse giunto al termine e in un certo senso è proprio così; quando però si ricostruisce la vita di un personaggio del passato, santo o meno che sia, fondamentali sono sia le testimonianze di chi lo ha conosciuto sia quelle lasciate direttamente dal personaggio in questione. Questo vale ovviamente anche per la Cerioli, la quale ha lasciato un numero considerevole di fogli e quaderni scritti di suo pugno o dettati mediante i quali, in qualche modo, possiamo ancora oggi entrare in contatto più diretto con lei e “ascoltarne la voce”. Nelle righe che state leggendo, proverò ad offrirvi una rapida ed essenziale ricognizione di questi scritti spesso molto diversi tra loro.

Le Regole. Poiché stiamo parlando della fondatrice di una congregazione religiosa (due col ramo maschile), non vi sorprenderà che i primi scritti che prendiamo in considerazione siano proprio quelli dedicati a dare ad essa le regole essenziali per la sua organizzazione e sopravvivenza. Che a questo scopo la Cerioli si sia dedicata con la passione di una madre preoccupata per la vita quotidiana dei suoi figlie e figli, lo dimostra il fatto che la stesura delle regole per le religiose fu completata solo un mese prima della sua morte. Sotto il generico titolo REGOLE PER LE RELIGIOSE troviamo in effetti molti scritti che vanno dalle Idee Generali del 1856 fino appunto alle Regole definitive del 1865 che prendono in considerazione e regolamentano quasi ogni aspetto della vita comunitaria. A queste vanno aggiunti i quattro scritti superstiti dedicati alle REGOLE PER I FRATELLI DELLA S. FAMIGLIA.

Attività. Vi sono poi gli scritti elaborati allo scopo di definire le attività pastorali della congregazione, in particolare quelle educative. Alcuni fra questi meritano una citazione particolare, per esempio i due scritti ritrovati sulla scrivania della superiora dopo la sua morte, i cui titoli stessi (DUE PAROLE AD UN’ALLIEVA NEL GIORNO DEL SUO MATRIMONIO E MEMORIA AD UNA FIGLIA DI S, GIUSEPPE LA VIGILIA DI SUA PARTENZA PER ANDARE A SERVIZIO) bastano a testimoniare come l’amorevole cura della Cerioli per le “sue” figlie andasse ben oltre il periodo della loro permanenza nell’istituto; ma non si possono scordare neppure LE RICREAZIONI FESTIVE (dedicato ad illustrare scopi e modalità dell’oratorio festivo che andava prendendo piede nella Diocesi di Bergamo in quegli anni) e il CATECHISMO AGRARIO, cui ci dedicheremo nel prossimo e ultimo articolo.

Scritti Spirituali. Goffredo Zanchi nella sua ultima biografia della Cerioli dice che questi testi sono forse le sue pagine più belle perché “certamente rappresentano al meglio il cuore e la sorgente della sua spiritualità che cercò di trasfondere nelle Suore e nei Fratelli della Sacra Famiglia”.

In effetti questi scritti ci sono utili per evitare di incorrere in un terribile errore: osservando oggi quanto questa donna ha realizzato con impegno e determinazione, affrontando tragedie personali, difficoltà pratiche, opposizioni politiche e diffidenze, viene spontaneo ammirarne la tenacia e la tempra, ma facendo questo rischiamo di dimenticare che quanto sta dietro a tutto ciò, direi anzi ciò che costituisce la sorgente da cui tutto è scaturito è la fede di Costanza nel Dio di Gesù Cristo. Contemplando lui, entrando in relazione con lui nella preghiera personale è maturata la consapevolezza di essere figlia amata e, insieme ad essa, il desiderio di rispondere a questo amore con le scelte concrete della vita. Trascurare la fede raccontando la storia di suor Paola Elisabetta è semplicemente impossibile: sarebbe come svuotarla del suo senso più profondo. Ancora una volta basta scorrere i titoli di queste opere spirituali perché saltino agli occhi due/tre aspetti in particolare: il primo è che al centro della fede della Cerioli c’è la figura di Cristo amata, contemplata e imitata; il secondo è il suo desiderio che questo stesso amore venga trasmesso alle consorelle e ai ragazzi e ragazze di cui la congregazione si prende cura; il terzo è che il volto di Gesù prendeva forma dalla quotidianità vissuta insieme ai bambini e alle bambine orfane. E non si può certo trascurare il fatto che tra questi scritti vi sono anche preghiere composte dalla Madre.

Miscellanee. Questa parola, che in italiano indica qualcosa che risulta dalla composizione di elementi diversi, si riferisce a una serie di quaderni su cui la Cerioli ha copiato a mano citazioni da scritti di varia natura che per lei avevano evidentemente un significato particolare: si va dalle MISCELLANEE TRADOTTE DAL FRANCESE a proverbi e indovinelli, passando per poesie, inni religiosi e altro.

Epistolario. Delle lettere scritte da madre Paola Elisabetta nell’arco di un trentennio, abbiamo già parlato ricordandone alcune indirizzate alle consorelle, ai figli e alle figlie e ai Fratelli di san Giuseppe ecc.; quel che possiamo ancora aggiungere qui è che in totale quelle che ancora ci rimangono sono ben 546 e tutte sono segno di un’attenzione amorevole e appassionata: pensate che l’ultima la scrisse poche ore prima di morire a Giovanni Capponi che aveva ancora bisogno di sostegno e consigli per sostenere quella fraternità maschile che, come abbiamo già avuto modo di dire, mostrava di avere gambe piuttosto fragili in quei primi tempi.

Client

prof. Marco Gamba, Docente di Lettere

Date

18 Novembre 2023

Tags

Cerioli

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