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242. FORMAZIONE DIDATTICA. Continuità tra gli alunni e tra gli adulti in una scuola-comunità educante

242. FORMAZIONE DIDATTICA. Continuità tra gli alunni e tra gli adulti in una scuola-comunità educante

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Premessa

Nelle sue diverse dimensioni, la continuità tra i diversi ordini di scuola è stata riconosciuta ormai come un elemento strutturale del far scuola. Oggi essa è entrata a far parte degli indicatori di una scuola di qualità ponendosi come sintomo significativo di un modo buono di pensare e di fare scuola.

Nel Profilo Finale 6-14 anni delle INDICAZIONI NAZIONALI, ma anche nel nostro PTOF (=PIANO dell’OFFERTA FORMATIVA) che individua le competenze richieste allo studente che esce dalla scuola secondaria di primo grado, essa è addirittura il presupposto concettuale: come pensare infatti a un profilo finale se non come risultato di un percorso graduale, continuo e coerente che si costruisce e si snoda sin dai primi anni della propria esperienza scolastica?

Sicuramente però il passaggio da un ordine di scuola all’altro (dall’infanzia alla primaria, dalla primaria alla secondaria, dalla secondaria di 1^ grado alla secondaria di 2^ grado) crea sempre un po’ di preoccupazione: nei genitori, negli insegnanti ma soprattutto negli alunni che sono consapevoli di lasciare ciò che è conosciuto / sperimentato / vissuto per avventurarsi in un’esperienza che apre sicuramente a molte incognite.

Precisiamo però che quando si parla di continuità non si intende assolutamente eliminare la discontinuità che è invece necessaria e strutturale al processo di crescita umana e di conquista dell’autonomia; salire la scala della vita significa necessariamente fare degli sforzi per affrontare anche ciò che si presenta ancora come indefinito e nebuloso, ma il fatto di sapere che si troveranno di fronte a nuove sfide è sicuramente sufficiente per mettere molti ragazzi in agitazione.

Nella logica di uno sviluppo coerente del soggetto la continuità serve a garantire che ogni percorso scolastico diventi fondativo e generativo del percorso successivo, serve ad assicurare la possibilità di crescita del ragazzo/a all’interno di un cammino che valorizzi le competenze già maturate e riconosca la specificità e la pari dignità educativa dell’azione di ciascun ordine di scuola pur nella diversità delle funzioni.

Due sono però i livelli da considerare quando si vuole costruire continuità: un riferimento riguarda sicuramente le azioni di continuità nella maturazione graduale degli alunni ma, parallelamente, fondamentale è anche la continuità delle idee che la scuola e gli adulti educatori mettono a punto intorno al modo di procedere e di pensare gli studenti.

Per questo è importante gestire i passaggi tra un ordine di scuola all’altro attraverso un lavoro cooperativo tra tutti gli operatori dei diversi ordini di scuola che devono potersi pensare insieme, condividere linguaggi comuni, progettare insieme e riflettere sulle strategie da mettere in atto per sostenere gli alunni che escono da un segmento scolastico e per accogliere quelli in arrivo.

La continuità tra gli alunni.

Il primo approccio alla continuità nelle scuole della Sacra Famiglia riguarda il passaggio dal Nido alla scuola dell’Infanzia. Si tratta di una continuità molto particolare per l’età delicata dei bambini che, essendo molto piccoli, faticano a proiettarsi in un futuro che ancora non riescono ad immaginare. Per questo le educatrici si preoccupano di costruire per i bambini iscritti alla nuova scuola una semplice familiarizzazione con il nuovo contesto attraverso esperienze di esplorazione degli ambienti, con momenti di socializzazione con i compagni appena più grandi di loro e con le insegnanti che ritroveranno nella frequenza del prossimo anno. Il sostegno al cambiamento, che sicuramente potrebbe turbare emotivamente i bambini, avviene soprattutto attraverso le persone che sono affettivamente più vicine a loro e che conoscono e sanno gestire le loro reazioni. Saranno i genitori allora, oltre alle educatrici, che entreranno in gioco soprattutto nel momento reale del passaggio per garantire la rassicurazione necessaria ad affrontare la nuova esperienza scolastica.

Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria nelle nostre scuole si realizza invece attraverso l’esperienza del tutoring: gli alunni di classe quinta prendono per mano i piccoli di cinque anni provenienti dalla scuola dell’infanzia per mediare il loro ingresso nella scuola primaria e per accompagnarli nelle prime esperienze e nelle prime esplorazioni alla scuola che frequenteranno.

L’idea del “prendersi per mano” non è solo metaforica: gli alunni di classe quinta prendono per mano i compagni più piccoli e si “prendono cura” di loro impegnandosi per realizzare un buon percorso di accompagnamento.

Insieme svolgono le attività laboratoriali predisposte dalle insegnanti, insieme si accompagnano nella visita ai locali della scuola, insieme costruiscono con la nuova scuola un legame affettivo che avrà modo di crescere e di espandersi. Nell’esperienza diretta con gli alunni di quinta, i più piccoli costruiscono allora nella propria mente un ponte con la nuova realtà che andranno a vivere, un ponte che permetterà loro, a settembre, di accedere a questa realtà ancora sconosciuta (e quindi spesso inquietante) in maniera motivata e curiosa; il ponte costituisce l’impalcatura cognitiva ma anche affettivo-emotiva necessaria per affrontare il nuovo e continuare a crescere (lo scaffolding di Bruner, 1988)

Naturalmente le tracce del loro passaggio (osservazioni, risposte alle attività, piccole prove di coraggio) che le insegnanti raccoglieranno, serviranno anche per la costituzione dei gruppi-classe soprattutto per garantire chi, in condizioni di fragilità, potrebbe sperimentare sicure difficoltà o insuccessi derivanti da salti eccessivi.

In realtà il rapporto di tutoring finisce per rivelarsi un rapporto molto fecondo sia per i soggetti più piccoli che sono “tutorati” (tutee) sia ancor di più per coloro che gestiscono il processo di accompagnamento (tutor).

Misurandosi con la gestione di bambini più piccoli i ragazzi più grandi acquisiscono infatti maggiore consapevolezza anche riguardo alle proprie prestazioni (scolastiche, relazionali ed emotive) sviluppano maggiore sicurezza di sé e incentivano i propri livelli di autostima nella risposta al compito cui sono chiamati. Il prendersi cura dei compagni più piccoli li abilita a sentirsi grandi e capaci, a loro volta, di continuare il percorso per continuare a crescere.

Una simile procedura di tutoraggio viene attivata anche per i ragazzi che, dalla scuola primaria, dovranno accedere alla secondaria. Lì il tutoraggio riguarda un’intera classe nella quale i bambini della primaria si inseriscono per partecipare, in modo attivo e con l’aiuto dei più grandi, ad una vera lezione “da grandi”. Ed è così che l’immagine del compagno della secondaria, esperto nello studio delle discipline o nella gestione di procedure complesse, aiuta il compagno più piccolo a farsi un’idea di come potrà anche lui diventare: uno studente competente e capace che potrà essere domani anche un cittadino preparato e responsabile.

È importante oggi aiutare i bambini, in questo passaggio, a proiettarsi nei “possibili sé” (Borkowski J.G.), vale a dire nelle immagini positive dei “se stessi” che vorranno diventare. Il ruolo educativo di queste esperienze aiuta il bambino e la bambina ad elaborare positive immagini di sé per proiettarsi nel futuro. Il fatto di accompagnarsi ad un modello competente e positivo, non irraggiungibile ma possibile proprio perché impersonato dallo studente della secondaria, ha un grande valore motivazionale per il ragazzo di quinta perché lo aiuta ad anticipare e a gestire anche le esperienze emotive associate al raggiungimento dei propri obiettivi.

In un clima di modelli televisivi di facile successo credo che il fatto di proiettarsi, molto più concretamente, in modelli positivi, vicini e accessibili, aiuti i ragazzi a sentirsi più rassicurati e a predisporsi anche emotivamente ad accogliere la nuova sfida. Il tutto all’interno di un contesto-scuola che necessariamente si fa modello di comunità educante, inserendo tra i modelli possibili anche le immagini positive di genitori e di educatori.

Per lo stesso motivo di carattere proiettivo, per i ragazzi in uscita dalla scuola secondaria, vengono chiamati a portare la loro testimonianza genitori che parlano della realizzazione positiva del loro percorso di vita o gli studenti che, proprio a partire dalla scuola della Sacra Famiglia, hanno osato spingersi in avanti con determinazione fino a realizzare i propri sogni in settori diversi.

La continuità tra alunni, dalla primaria alla secondaria, prevede anche delle “prove di ingresso” che spesso finiscono per essere vissute dagli alunni con la paura del fallimento. Si tratta di prove, concordate nell’impostazione concettuale dai docenti dei due ordini di scuola, che hanno lo scopo di fornire agli insegnanti che si predispongono ad accogliere i nuovi alunni i livelli di competenze già maturati negli anni precedenti insieme ai bisogni e alle abilità diverse di ciascuno. Certamente queste prove non possono pretendere di “valutare “ gli alunni nelle loro prestazioni scolastiche (non si può attribuire una valutazione attendibile ad una prova estemporanea e carica di valenze emotive legate al momento)  ma, insieme alle osservazioni raccolte dai docenti durante l’esecuzione delle stesse, possono solo servire agli insegnanti  per  organizzare i gruppi classe e per predisporre, nel successivo anno scolastico, le proposte di apprendimento per ripartire in continuità. Trovando un giusto equilibrio tra attivazione delle competenze pregresse e incoraggiamento ad affrontare le nuove difficoltà, rimane fondamentale il necessario appoggio emotivo che anche le famiglie dovranno garantire per accompagnare gli studenti nella transizione.

Per gli alunni le prove dovranno avere il significato di “mettersi alla prova”, di introdursi nel nuovo contesto (prove di ingresso proprio per questo), anticipando e simulando le esperienze che potranno vivere in seguito. Logico pensare che, se questo primo approccio fosse vissuto da loro in modo problematico, alimenterebbe l’ansia del futuro che li attende e non li predisporrebbe al salto.

La continuità tra gli adulti.

Più complessa, più articolata, più difficile da gestire, spesso incompleta, si presenta invece la continuità tra gli adulti intendendo per “continuità tra gli adulti” l’insieme dei pensieri e delle azioni discussi e concordati tra gli adulti responsabili della gestione del processo educativo e dei passaggi tra scuole. Quando parliamo di “adulti”, ci riferiamo sicuramente agli insegnanti ma anche ai genitori o ad altre figure che agiscono nella scuola e nella famiglia (educatori, esperti, supporter diversi...)

È possibile pensare a uno studente frammentato o percepito in modi diversi solo perché gli occhiali di lettura hanno lenti diverse o distanti?

Sembra importante allora, per un corretto passaggio di informazioni, realizzare degli accordi: sui linguaggi e sugli strumenti, sui parametri da utilizzare e sugli elementi da osservare.  Lo scopo è quello di costruire una lettura in continuità dello stesso alunno pur nel passaggio da una scuola all’altra, anzi di ricomporre una descrizione del ragazzo attraverso la messa a fuoco dei diversi punti di vista, non escluso quello del ragazzo che viene rilevato con un questionario di presentazione di sé.

Già la costruzione del curricolo in continuità presente nell’Istituto o i criteri di valutazione concordati e condivisi nel PTFO dovrebbero evidenziare le possibili congiunzioni, i ponti edificati insieme capaci di condurre i docenti di primaria e secondaria alla definizione di un’immagine condivisa dell’alunno. Nella prospettiva dell’apprendimento reciproco tra scuole, l’incontro tra docenti dei diversi ordini dello stesso Istituto scolastico assicura la bidirezionalità del rapporto e garantisce la possibilità di avvicinamento nella comprensione delle reciproche difficoltà.

Più aperto e sicuramente più difficoltoso il problema dello scambio di informazioni con le scuole del territorio e con le numerose realtà scolastiche da cui provengono i nuovi iscritti.

Anche qui la nostra scuola, sia per l’infanzia che per la primaria e la secondaria, ha codificato degli strumenti di raccolta dati che vengono analizzati dai docenti in parallelo con i documenti di accompagnamento ufficiali e, anche qui, non vengono tralasciate le iniziative di contatto diretto con le scuole di provenienza e/o con i genitori per ricomporre l’immagine degli alunni di nuovo ingresso.

Tutta l’impalcatura organizzativa e didattica, che annualmente va riproposta ed affinata, serve a predisporre le condizioni affinché gli alunni che fanno il loro ingresso nel successivo ordine di istruzione si sentano incoraggiati a continuare, ad affrontare con serenità i progressi futuri, a convincersi che ciò che li aspetta sarà un percorso per cui vale la pena di impegnarsi.

Questo è ciò che la scuola Sacra Famiglia mette in atto per accompagnare un delicato passaggio che non è per nulla un esame da superare ma, pur richiedendo agli alunni gli sforzi per essere consapevoli che il proprio miglioramento è strettamente collegato alla serietà del proprio impegno, censura situazioni che potrebbero connotare negativamente l’esperienza, evita di alimentare l’ansia del risultato che disorienta ed apre a nuove fragilità, si offre come supporto a continuare serenamente il cammino accanto agli studenti, che è cammino di scuola ma anche naturale cammino di vita.

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

MIUR, 2012, Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione in Indicazioni Nazionali per il curricolo.

Bruner J.,2000, La mente a più dimensioni, Laterza, Bari.

Borkowski J.G, Day, J.D., Insegnare la generalizzazione delle strategie: creare convinzioni positive relative al successo e costruire i possibili se’. in RITARDO MENTALE E APPRENDIMENTI COMPLESSI, Janes D. (a cura di), Edizioni Erickson.

Topping K., 2014, Tutoring: l’insegnamento reciproco tra compagni, Erickson

 

 

Foto di Frank Winkler da Pixabay 

Client

Prof. Luciana Ferraboschi, Dirigente Scolastica

Date

06 Maggio 2023

Tags

Percorsi

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