Ed ecco che, all’approssimarsi dell’inaugurazione dell’anno che vede il gemellaggio “Brescia-Bergamo-Capitale della cultura”, anche la scuola Sacra Famiglia di Martinengo risponde all’appello di coinvolgimento del territorio per lanciare il proprio messaggio. Con cadenza settimanale, sul Corriere della Sera, nell’inserto provinciale dedicato a Bergamo, sono infatti comparsi tre manifesti promozionali messi a punto dalla scuola e finalizzati a dichiarare la propria adesione al progetto delle due province che chiedeva e chiede alle diverse realtà territoriali di “uscire dalla propria bolla” per costruire in modo attivo la propria “testimonianza di una possibile rinascita attraverso la scelta consapevole della cultura”.
Il primo manifesto non poteva che essere centrato proprio sulla parola “cultura” che la scuola ha declinato in direzione del proprio mandato istituzionale, educativo e sociale.
Prima parola chiave: CULTURA
La cultura che la scuola Sacra Famiglia intende promuovere guarda alle “life-skills”, competenze “per la vita” che serviranno agli studenti per affrontare consapevolmente il futuro che li attende. Non una cultura basata sull’acquisizione passiva e ripetitiva di conoscenze ed abilità ma un sapere fondato sulla capacità di utilizzare quanto studiato ed appreso per affrontare, da cittadini responsabili, i problemi della quotidianità. Una preparazione culturale che non si ferma alla possibilità che lo studente possa continuare bene il percorso scolastico intrapreso ma è finalizzata alla crescita complessiva della persona, al suo benessere psicofisico presente e futuro, alla sua capacità di affrontare e gestire responsabilmente la complessità degli scenari che lo vedranno protagonista. In adesione all’Obiettivo n. 4 dell’Agenda 2030, l’esperienza scolastica vissuta nella scuola non può che essere “esperienza di qualità”, dove ognuno può trovare opportunità di apprendimento e di crescita cognitiva ma anche emotiva, dove gli insegnanti sono chiamati a selezionare le conoscenze per consolidare le competenze essenziali e ad alimentare “abilità e competenze culturali, metacognitive, metodologiche e sociali per nutrire la cittadinanza attiva” (Miur, I.N. e nuovi scenari, 2018).
Seconda parola chiave: BELLEZZA
La bellezza che la scuola Sacra Famiglia intende promuovere guarda sicuramente alle bellezze artistiche del nostro territorio, a partire dal Convento dell’Incoronata che è sede della nostra scuola, anche se tutto l’apprezzamento di ciò che è bello è secondo noi finalizzato alla scoperta della bellezza dell’anima. A partire dallo stretto rapporto tra l’idea di bello e l’idea di bene, siamo convinti che vedere ed apprezzare la bellezza di ciò che ci circonda (natura, prodotti artistici e culturali ma anche persone), sia il presupposto per mettersi in comunione con il mondo ma anche per prendere coscienza del dovere di prendersene cura. Per questo la nostra scuola incoraggia, sin dalla prima infanzia, percorsi ed esperienze capaci di suscitare atteggiamenti di “stupore e meraviglia” per imparare a riconoscere e ad apprezzare i tratti del bello che ci circonda. Cogliere con commozione (con un moto dell’anima) le dimensioni di ciò che riconosciamo come bello e armonico perché sa parlare alla nostra anima, può diventare il primo passo per alimentare negli studenti, l’uso della propria immaginazione creativa capace di appassionarli sia alla ricerca, sia alla produzione che alla tutela del patrimonio di bellezze che abitano il nostro mondo.
Come abbiamo scritto nel manifesto, la bellezza aiuta oggi a riconoscerci nella consolazione (a trovare conforto) e ad aprire il nostro sguardo su un futuro che vorremmo capace di liberare le istanze di armonia dell’animo umano.
Terza parola chiave: FRATERNITA'
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In sintonia con la direzione carismatica della scuola ispirata al mandato di accoglienza agito in primis da S. Paola Elisabetta Cerioli, fondatrice della Congregazione Sacra Famiglia, il concetto di fraternità costituisce lo sfondo integratore dell’agire educativo, organizzativo e sociale della scuola.
Le direzioni educative declinate dal PTOF anche quest’anno fanno esplicito riferimento alla dimensione di inclusione della scuola che decide di “adottare” le situazioni di diversità e di fragilità e di accogliere il disagio degli alunni e delle alunne frequentanti. Tutto queste richiede agli insegnanti della scuola di agire una professionalità competente e qualificata per riconoscere i messaggi disfunzionali degli alunni e trasformarli in energia, richiede di guardare agli alunni con la fiducia, cognitiva ed emotiva, necessaria ad affrontare anche le difficoltà, richiede di personalizzare i percorsi puntando al successo della persona e alla valorizzazione dei talenti di ciascun alunno.
Siamo una Comunità educativa capace di assumersi la responsabilità dell’agire educativo nella quotidianità; siamo una scuola che si è definita “servizievole” perché capace di rispondere ai bisogni di crescita degli alunni e delle loro famiglie, una scuola che non si limita alla trasmissione delle conoscenze ma si fa carico della “reciprocità della cura“. Il concetto di adozione, concretizzato anche nella fondazione del “Campo della Casa Famiglia di Orzinuovi “traduce l’appello carismatico nella direzione educativa fondamentale di una scuola che non rinuncia ad entrare nella complessità crescente dei problemi del nostro tempo, che non respinge l’appello del bisogno ma risponde alla chiamata con atteggiamento di vicinanza, di incoraggiamento, di fraternità.