Il 23 gennaio è per tutti noi, amici e amiche della “Sacra Famiglia”, una data molto importante. È il giorno in cui la fondatrice della Congregazione, santa Paola Elisabetta Cerioli, nel 1858 fece la sua consacrazione a Dio.
Ogni anno anche per noi educatori è un giorno di grande festa ma anche occasione di riflessione, per ricordare e riscoprire il carisma educativo che La caratterizzava e che oggi, nel nostro quotidiano, si fa presente nelle relazioni empatiche che costruiamo con i bambini ed i ragazzi della scuola. Abbiamo fatto così tesoro di una frase, assai concreta nonché attuale, grazie alla quale santa Paola indica la via da percorrere per trovare il giusto atteggiamento educativo, da assumere nel nostro modus operandi quotidiano. La frase così recita: «Il movimento dall'interno all'esterno, si esprime con potenti metafore come quella dell'ostetrica (che aiuta a partorire) o quella del medico (che aiuta la natura a guarire) o quella del viandante (che ha una meta)» (dal libro IL CARISMA CERIOLIANO: DONO, STORIA, MISSIONE)
Un educatore, come un'ostetrica fa in natura, aiuta il bambino ad “uscire” dal suo porto sicuro; si adopera genuinamente affinché acquisisca le competenze necessarie per costruire la propria identità personale, nel pieno rispetto della sua indipendenza.
Un educatore, come fa un dottore, si prende cura del bambino sotto ogni suo aspetto. Grazie alla sua tenera prossimità, alimenta in lui fiducia e sicurezza, che diventano medicamenti per le ferite della vita.
Quelle ferite inferte dai momenti di difficoltà, di conflitto e di prove ardue da superare.
Un educatore, come un viaggiatore in cammino verso una meta, non deve perdere di vista l’obiettivo fondamentale ossia il benessere del bambino. Un bambino che riluce di serenità e contentezza. Un bambino che sa di potercela fare. Un bambino che, sebbene colori fuori dai margini, si stupisca del colore blu del cielo.
Lungo questo viaggio siamo chiamati a rinnovarci continuamente senza smarrire giudizio né senso critico. Tenere conto della reciprocità della relazione educativa per lasciarci contaminare da uno scambio formante.
Ricordandoci che, in questo viaggiare, serve anche fermarsi ed abitare. Per essere, anche noi, casa e famiglia.
“..E venne ad abitare in mezzo a noi” Dio ha posto la sua casa qui, una casa aperta a tutti, pronta ad accogliere ciascun figlio e figlia. Insieme siamo una famiglia.