Partendo dall’approfondimento sul “progetto lettura” che abbiamo avviato nel nostro nido e che vi abbiamo raccontato nel precedente articolo, questa settimana abbiamo pensato di addentrarci in modo più dettagliato e raccontarvi come viene attuato questo stesso progetto, nella sezione di bimbi più piccoli: quali sono le finalità, i materiali più adeguati in base all’età dei bambini e alle loro tappe di sviluppo psico-fisiche, quali le modalità attraverso le quali proporli.
In primo luogo riteniamo sia importante che i libri entrino in modo accattivante e piacevole nella vita dei bambini, soprattutto in un mondo, come quello di oggi, in cui la trasmissione del sapere è spesso di tipo tecnologico e digitale (es. tablet, smartphone, pc, tv…). Pensiamo anche che la condivisione delle emozioni, dei pensieri e delle fantasie tra chi legge e chi ascolta possa far nasce un bel momento di intimità e di crescita interpersonale, ma anche di creatività condivisa.
Partendo da queste consapevolezze, vogliamo offrire spazi e possibilità ai nostri bambini, per aiutarli a riscoprire l’interesse attivo e curioso verso i libri stessi.
Allora vediamo insieme quali libri possiamo proporre a bambini più piccoli.
I libri presentati ai bambini tra i 6 e i 12 mesi sono oggetti da scoprire e conoscere. Il bambino, in questa fase, li tocca, li porta alla bocca e se non sono buoni da mangiare o succhiare li lascia presto perdere. Dai 9 ai 12 mesi, invece, avviene la prima vera e propria scoperta del libro: il bambino realizza che quell’oggetto non è un gioco come tanti altri, non serve né per mangiare, né per addormentarsi, bensì è fatto di tante parti, che si aprono e si chiudono, che racchiude tante immagini e disegni da toccare, ma che di fatto non si possono prendere in mano. Scopre che quegli oggetti sono molto simili alle cose che vede nella propria quotidianità. Il bambino è attratto dai forti contrasti cromatici e apprezza la compagnia dell’educatrice che guarda insieme a lui il libro.
Allora quali materiali è bene proporre?
I libri per questa età devono essere di piccolo formato, lavabili se possibile e allo stesso tempo resistenti e maneggevoli. Possono essere utili libri cartonati con pagine abbastanza spesse. Le figure rappresentate più adatte sono quelle che raffigurano i volti, gli animali e gli oggetti della routine e della vita quotidiana, disegnati in modo nitido, con colori primari e fotografie reali. Sono libri con frasi brevi o più semplicemente solo con il nome dell’oggetto rappresentato o con suoni. Sono consigliati i libri per la pappa, i libri della nanna, del gioco, libri in stoffa per i più piccoli con pagine che fanno rumore quando vengono sfogliati perché fatti con varie tipologie di tessuti, ma anche i libri tattili, che incuriosiscono i bambini attraverso la stimolazione tattile, le cui pagine sono animate con semplici meccanismi come le alette o le linguette, che possono essere messi in movimento con le dita. Il libro è uno strumento educativo che deve essere mediato ai bambini da parte dell’educatrice, attraverso una lettura adeguata. L’educatrice li propone utilizzando il linguaggio verbale e non verbale: mantiene vivo lo sguardo e il contatto oculare con ciascun bambino, utilizza la mimica facciale, i sorrisi, annuisce, esprime vocalizzi con diverse intonazioni e ritmi, facendo carezze e massaggi con le parti del corpo, oppure ancora giocando ad imitare i suoni onomatopeici del racconto (gnam, splash…), alzando e abbassando il tono di voce per catturare la loro attenzione. È importante che sia coerente nei gesti con quello che sta dicendo e che il suo tono di voce sia calmo, pacato e tranquillo nonché incoraggiante. Inoltre, vista l’età dei piccoli uditori, l’educatrice può scegliere di mettersi in posizione frontale, allo stesso livello dei bambini, stando seduta vicino a loro, affinché i bambini possano osservarla meglio e allo stesso tempo vedere le immagini del libro, seguendo i movimenti della bocca mentre ripete le parole; ma può scegliere anche di tenere sulle sue gambe un numero ristretto di bambini. In entrambi i casi la prossimità fisica è componente importante affinchè sia rassicurante per i bambini e aumenti il loro coinvolgimento emotivo nell’attività.
Sperando di avervi offerto validi spunti e consigli, vi rimandiamo al prossimo appuntamento.