Lo spazio al nido (ma anche alla Scuola dell’Infanzia) non è mero ambiente in cui stare, ma assume una valenza importante e preziosa all’interno della crescita e della cultura del bambino, tanto che Loris Malaguzzi lo definisce “terzo educatore”, ovvero un soggetto educante.
Le stanze e gli angoli in quest’ottica sono luoghi di vita, che parlano ed interagiscono con chi li abita ogni giorno. Lo spazio, in base a come lo si progetta e struttura e in base ai materiali che si propongono può assumere tante accezioni e sfumature: spazio architettonico, narrativo, relazionale, di scoperta, di esplorazione, espositivo, di benessere, di dialogo tra dentro e fuori, intelligente….
Ma cosa significa progettare spazi e materiali di qualità? Cosa deve fare e tenere presente l’educatrice per rendere gli ambienti e i materiali interessanti e costruttivi? Quali i processi per introdurre modifiche ragionate? Cosa caratterizza questi luoghi? Che significati trasmette? Cosa fa sì che sia uno spazio ed un materiale interessante ed educativo, non solo uno spazio o qualcosa con cui giocare? Cosa lo rende un’opportunità di apprendimento e un’occasione di benessere? Come rappresentare negli spazi le intelligenze dei bambini? Come rendere partecipi le famiglie di questa dimensione pedagogica?
Queste sono alcune delle domande aperte che ci siamo fatte all’interno del percorso “Spazi e materiali: mediatori dell’apprendimento e della relazione”. È un corso formativo organizzato dall’ambito territoriale di Romano di Lombardia, a cui hanno aderito diversi servizi educativi e Scuole dell’Infanzia del territorio dell’ambito, per un totale di una settantina di persone. Questa opportunità non è solo occasione per rileggere e rifarsi domande sui propri contesti, ma è anche un modo per mettersi in un dialogo e confronto generativo con altri servizi, conoscere la loro realtà, visitare alcuni dei loro spazi e materiali in essi contenuti (è strutturato in servizi diversi in ogni occasione d’incontro). Il nostro cammino ci ha già visto muovere idee e considerazioni nei primi due incontri, a cui ne seguiranno altre tre. Siamo sicure che non avremo risposte, ma tante domande, riflessioni, suggestioni e idee, che ci arricchiranno e sosterranno nel nostro processo di progettazione in equipe, per arricchire di senso ed essere sempre più consapevoli delle scelte che si fanno e delle possibilità che potremmo avere, nell’ottica di creare uno spazio di ricchezza generativa.
In un anno in cui Bergamo e Brescia sono “capitali della cultura”, anche questa è un’opportunità per valorizzare ciò che abbiamo, per respirare e offrire cultura anche nel quotidiano e nei luoghi che abitiamo e viviamo ogni giorno!