“Buongiorno, ho questa semplice domanda: quando gioco con mio figlio vedo che se perde si arrabbia, così cerco di farlo vincere… non vorrei che si arrabbiasse per un gioco. Faccio bene?”
Un papà
Caro papà,
Il gioco è la dimensione in cui il bambino sperimenta e impara a gestire una serie di emozioni, tra cui la frustrazione, che possiamo intendere come una sofferenza legata al non raggiungimento di uno scopo o a un non soddisfacimento di un bisogno. Se si osservano i bambini mentre giocano può capitare spesso di sentirli pronunciare le parole «basta, non gioco più!» o «non vale, me ne vado», o di vederli cercare di cambiare le regole del gioco, o arrabbiarsi, piangere per una sconfitta, abbandonare l’attività o altri comportamenti simili. Si tratta di episodi comuni e “fisiologici”, perché è proprio nella dimensione del gioco che i bambini sperimentano e imparano a regolare un’ampia gamma di emozioni. Tra queste anche la frustrazione, cioè, imparano a tollerare un insuccesso e gestire la forte e normale rabbia e delusione che ne consegue.
È bene che gli adulti non ostacolino questo processo, e anzi lo favoriscano attraverso il buon esempio e l’ascolto. Saper tollerare la frustrazione è una capacità che si apprende pian piano durante l’infanzia. Quando vediamo un bambino che piange disperato perché l’amico gli ha preso il giocattolo che voleva lui, o che perde le staffe dopo una sconfitta o che smette di giocare con un puzzle perché non riesce subito a completarlo, dobbiamo innanzitutto considerare la naturale immaturità del piccolo. Col tempo e con l’esperienza il bambino prenderà atto del fatto che non può vincere sempre o essere il migliore in tutto, imparerà a saper aspettare e non volere tutto subito, scoprirà che ci si può divertire partecipando al gioco al di là dell’esito finale e così via. Quando invece l’intolleranza alle frustrazioni persiste nel tempo e non vediamo evoluzioni significative nella capacità del bambino di regolare questa emozione, è il caso di riflettere prima di tutto sul suo ambiente educativo di crescita, come ad esempio, chiedersi se vi è una iperprotezione del bambino dalla frustrazione oppure è in essere un eccessivo utilizzo di giocattoli e tecnologie digitali: passare rapidamente da uno stimolo a un altro, ottenere continue gratificazioni dall’utilizzo dei media senza fare alcuna fatica, può provocare maggiore fastidio e irritazione quando ci si trova di fronte a esperienze e contesti che richiedono più concentrazione e impegno.
Come favorire allora lo sviluppo di una buona resilienza, cioè la capacità di reagire alle difficoltà e alle sfide della vita trasformandole in opportunità, e di conseguenza aumentare la tolleranza alla frustrazione?
Ecco alcuni suggerimenti:
La convivenza con gli altri bambini, da questo punto di vista, è molto utile. È fondamentale che il bambino possa trascorrere del tempo insieme ai suoi coetanei, instaurare con loro legami, giocarci assieme, condividere ambienti e strumenti ludici. Per apprendere a gestire la frustrazione è necessario anche l’esercizio: il bambino deve avere la possibilità di litigare, di vivere il conflitto, così come di poter imparare da altri bambini che magari sono più tolleranti alla frustrazione e possono fungere da modello.
Il modo in cui il piccolo affronta una situazione difficile dipende dall’esempio che nel tempo ha ricevuto dai suoi genitori e dal modo in cui questi ultimi rispondono alle situazioni potenzialmente spiacevoli: come gli adulti gestiscono le loro frustrazioni?
Scegliere giochi adeguati alla sua età e maturazione personale. Ricordiamoci che i bambini non sono tutti uguali! Se il gioco è “troppo difficile” e richiede conoscenze e abilità che il piccolo ancora non possiede, probabilmente non giocherà in maniera corretta e per quanto si potrà sforzare sarà sempre incapace di superare la sfida prevista dall’attività, provando inutile frustrazione. Al contrario, un gioco “troppo facile” può non risultare attraente e rischia di non mettere il bambino in condizione di provare, impegnarsi ed essere soddisfatto dei propri risultati.