Lui, impegnato nella messa in piega, è un grandone di terza media e l’altro piccoletto, che se la ride, è un primarino che a settembre inizierà la sua esperienza alla scuola secondaria di primo grado.
Questa immagine mi fa riflettere. Penso a tutte le volte che ripeto ai ragazzi più grandi “Non fate gli sciocchi, attenti! I più piccoli vi osservano, per loro siete dei modelli! Se lo vedono fare a voi oggi, domani vi copieranno perché vi prendono d’esempio!”.
Oggi mi ritrovo a commemorare la bellezza del paradosso di questa fotografia.
È come se fossero proprio loro a dirmi: “Guarda che ai più grandi non ci sono solo raccomandazioni da fare! Osserva, un semplice gesto connaturale e gratuito di cura e attenzione fa sentire l’altro sicuro, accettato, accolto, importante!”
Per un preadolescente è fondamentale ricevere attenzioni, che sono ancora più preziose se arrivano da ragazzi più grandi, accrescono l’autostima e sviluppano un senso di fiducia verso il mondo esterno e verso le proprie capacità, aiutandoli a costruire la propria identità.
Molto spesso vediamo i ragazzi giocare “a fare i grandi”, a tentativi cercano di mostrarsi al mondo sicuri e indipendenti; in realtà hanno fortemente bisogno di essere sostenuti poiché quello che attendono da queste esperienze è un feedback emotivo di riscontro, una risposta rassicurante che gli dia il via libera per fare un passo in avanti verso il mondo adulto.
Nella realtà del progetto Estate la questione è all’ordine del giorno; proprio durante questa esperienza molti ragazzi vivono il passaggio dalla scuola Primaria alla scuola Secondaria, e la Sacra diventa il campo di battaglia delle emozioni inedite.
Si assaporano le novità con una fresca curiosità: i piccoli guardano i grandi, i grandi osservano gli animatori, gli animatori aspirano al ruolo di educatori.
Ogni gesto da noi compiuto, seppur semplice, può essere di fondamentale importanza e significato per gli altri e contribuisce a costruire l’identità del mondo.